“Abbiamo bisogno di una politica quantistica che può farci fare passi avanti, vincere in Lombardia anche grazie a serate come questa con tanta energia”. Fabio Pizzul chiude con queste parole una serata di condivisione politica a Varese voluta dal consigliere regionale Pd Samuele Astuti. Sala piena con tanti amministratori, giovani, militanti e cittadini. Un segnale di vitalità oltre l’ottimismo di chi ha promosso la serata. Una voglia di partecipazione per superare la batosta arrivata dalle elezioni politiche indicata da tanti dei presenti.

“Tutti noi pensiamo che dopo il 25 settembre dobbiamo ripartire e lo facciamo ascoltando le persone sui contenuti”.
Con Samuele Astuti c’erano Pier Francesco Maran, Stefania Bonoldi e Fabio Pizzul “per costruire una alternativa ai centrodestra, vista la scelta della Moratti”. Una serata con tante voci per conoscere quante più realtà del territorio.

“Sono stato deluso del risultato del 25 settembre – ha esordito Maran – non tanto per la sconfitta ma perché non ci abbiamo creduto. Ora il rischio è lo stesso anche per le regionali. Per questo abbiamo deciso di andare in giro e porre il tema che dopo una sconfitta si deve ripartire dal basso. Nella storia del centro sinistra ci sono le primarie e da qui dobbiamo ripartire chiedendolo ai cittadini. Chiediamo una coalizione larga ma con una autonomia territoriale in cui siano loro a scegliere. La regione non è più un esempio di eccellenze come eravamo abituati. A ogni emergenza emerge una crisi e una incapacità di gestione. Noi nei comuni abbiamo vinto e governato bene. Io partirei da lì. Noi questa partita la possiamo vincere per cambiare le cose. La frattura a cui stiamo assistendo mostra la divisione del centro destra”.

Stefania Bonoldi è stata dieci anni sindaca di Crema. Racconta: “Bene analizzare la sconfitta ma ora dobbiamo dare segni reali di vita. Noi dobbiamo essere diversi nei comportamenti, essere discontinui anche in Lombardia. Noi non abbiamo bisogno che i candidati li decidano a Roma. In dieci capoluoghi su dodici vince il centrosinistra ma poi a livello regionale perdiamo perché siamo percepiti come assenti. Un primo ragionamento è sul merito. Dobbiamo tornare a stare in mezzo alla gente. La politica progressista non si fa in dad, ma in presenza. Chi fa politica deve avere due doti: la competenza e la compassione. Dobbiamo fare un percorso aperto a tutte le realtà che sono state opposizione al centro destra. Parliamo di primarie tenendo conto anche delle liste civiche. Tre temi centrali: sanità, mobilità e ambiente”.

[lefoto id=1349086]

Fabio Pizzul è capogruppo del Pd in regione Lombardia. “Non è contro ma è per. La nostra iniziativa apre alla partecipazione per un progetto che voglia includere. Dobbiamo fare un ragionamento alto a livello di visione. Andiamo in quattro dimensioni: alto, basso, largo e lungo. Prenderci il lusso e l’impegno per recuperare la capacità di guardare in alto. Bisogna sfidare gli avversari per alzare il livello. Alto è anche il livello della richiesta dei lombardi. Dobbiamo ripartire dal basso e anche uscire dal basso in cui ci hanno portato chi ha governato in Lombardia. Largo per uno sguardo che veda in modo diverso partendo dal dialogo. Il nostro orizzonte deve essere largo sia per i territori che per i valori. Lungo il pensiero per un cammino che vada oltre le elezioni. E lungo l’abbraccio con le persone che non ce la fanno. Non siamo stati percepiti come vicini alle persone. Dalla Lombardia possiamo ripartire con un laboratorio che può dare segnali a livello nazionale”.

[lefoto id=1349087]

Una serata di partecipazione e condivisione

Durante la serata una serie di interventi aperti da Davide Galimberti, sindaco di Varese. “La prima condizione per avere una svolta è capire se la Lombardia voglia una svolta. E quello che è successo con Letizia Moratti indica che c’è una richiesta di cambiamento per una alternativa al centro destra. Questa volta le elezioni regionali le possiamo perdere solo noi replicando quanto successo a Roma. Tutti hanno avuto grandi responsabilità nel consegnare il paese alla destra. In Lombardia si deve unire una coalizione con cura prima di pensare alle primarie. L’auspicio è che si ascoltino i cittadini lombardi per costruire una alleanza che sia competitiva”.

“Basta picchiarci addosso – ha esordito Giuseppe Adamoli– noi dobbiamo contribuire a cambiare con una forte reazione. Io sono sempre stato per le primarie. Il candidato lo scegliamo noi. Serve un messaggio di autonomia regionale. Noi siamo per l’innovazione e poi perdiamo il contatto con tante zone della Lombardia. Lo scetticismo non può essere la cifra di un grande partito di centrosinistra”.

Anna Zambon, capogruppo del Pd di Gallarate. “Non vogliamo Letizia Moratti candidata del centro sinistra. Vogliamo chiarezza e chiediamo le primarie. Abbiamo bisogno di radicalità e questa è stata la peggiore giunta degli ultimi 30 anni. Noi giovani vogliamo uno scossone nel partito”.

Gianluca Coghetto, sindaco di Besozzo. “Cura del territorio e rigenerazione sono due temi importanti per i comuni e ci sentiamo abbandonati dalla Regione. Abbiamo bisogno di un modo diverso di governare la Lombardia”.

Daniele Marantelli: “Vinciamo alle amministrative e poi alle regionali perdiamo e non ci facciamo nemmeno le domande. Abbiamo una malattia che ci perseguita da anni: la scarsa autonomia. Se useremo questa potremmo vincere. Non possiamo buttare nel cestino l’occasione che ci offre la scelta della Moratti. Dobbiamo costruire liste del presidente in tutte le province ed entrare in sintonia con i ceti popolari”.

Daniele Magon, segretario della CISL dei Laghi. “Bisogna costruire e non distruggere. Questo vale anche per la nostra provincia che perde i colpi e si sta impoverendo. Le persone sono state abbandonate a se stesse. Serve un progetto a lungo termine che preveda anche sacrifici perché si smetta di andare avanti solo con le pezze. Stiamo perdendo pezzi di lavoro. È imbarazzante vedere la violenza e la povertà”.

Ilaria Notari, vice presidente del Tavolo sul clima a Luino. “Il nostro lavoro è espressione dei cittadini per trovare soluzioni concrete in campo ambientale. Purtroppo oggi la politica è ancora solo sul piano del pensiero e non di azioni concrete. Noi stiamo facendo proposte concrete e praticabili da subito. Scelte ambientali che permetterebbero anche sviluppo per nuovi posti di lavoro. Oltre a questo è fondamentale una comunicazione efficace per arrivare a più cittadini possibili”.

Ivano Ventimiglia della Cgil Varese. “Sul rapporto tra pubblico e privato si può fare un po’ più di chiarezza? Per sanità e istruzione è prioritario e si deve uscire dall’ambiguità. Il lavoro è l’altro tema assente”.

Noemi Cauzzo, candidata alle elezioni politiche. “Dietro alla parola diversità si potrebbe nascondere la contraddizione. Di fronte a Milano che viaggia ma che è insostenibile ci sono tante aree che fanno fatica. Milano non è più un sogno e può diventare un incubo. Il modello del Milano centrismo è limitato”.

Valentina Verga, consigliera comunale del Pd a Busto Arsizio. “C’è tanta voglia di poter cambiare la situazione ma restiamo da decenni all’opposizione. È arrivato il momento per uscire da questa condizione. Un esempio dell’inefficienza della regione è l’ospedale unico tra Gallarate e Busto Arsizio. Nel frattempo che si decide abbiamo strutture obsolete che rischiano di non reggere l’impatto”.